raccontato da Teya Danel
4 marzo, 2008
Sto correndo per la casa cantando ALLELUIA! ALLELUIA! Oggi è un’occasione da ricordare! Sento un grande sollievo e contentezza per quello che sono riuscita a compiere. Un peso enorme mi è stato tolto dal corpo e mi sento finalmente libera. Mi sento come se fossi stata tenuta prigioniera nel mio stesso corpo per anni, e ora sono stata liberata! Sento una grande gioia e molto apprezzamento!
L'inizio
La mia storia é iniziata nella primavera del 2003. Stavo frequentando un uomo adorabile che da poco aveva comperato una casa nuova che deve essere pitturata internamente. Sapendo che le mie finanze erano poche mi offre il lavoro che accetto ben volentieri. Ho quasi finito di pitturarla tutta internamente e sto finendo il piano del garage, quando improvvisamente mi prende un dolore tremendo costante nel petto. E’ talmente forte che faccio fatica ad entrare in macchina, parcheggiata a pochi metri, mi sdraio sul sedile posteriore cercando di controllare il mio respiro affannoso e capire cosa mi sta capitando. Il dolore sembra passare attraverso il petto e attraverso le spalle. Sto sudando e penso a voce alta "Cosa mi sta succedendo? Sto avendo un attacco di cuore?"
Non avevo mai avuto un dolore così intenso, cosi forte, prima di quel momento; mi sentivo totalmente confusa e in preda al panico. Il mio compagno arriva in quel momento, mi massaggia la schiena facendo del suo meglio per darmi un sostegno in questa situazione angosciante. Dopo 15 minuti di dolori agghiaccianti, suggerisce di portarmi alla clinica vicina. Con un tale dolore sarei andata ovunque per ricevere sollievo. Riesco ad entrare nella sua automobile e partiamo. Arriviamo quasi alla clinica quando improvvisamente il dolore svanisce completamente. Svanisce così come era arrivato – improvvisamente! Ora sono totalmente perplessa – cos’è?. Decido di andare lo stesso in clinica per vedere se possono darmi una spiegazione. Dopo aver spiegato la mia situazione e averli informati che avevo già subito un’operazione a cuore aperto quando avevo 12 anni, immediatamente mi attaccano alla EEG pensando che avessi problemi di cuore. Il test risultò fortunatamente negativo e andai a casa ancora nel mistero di quello che mi era successo.
L’episodio seguente
Sei mesi dopo sono seduta a casa dopo aver pranzato quando improvvisamente quel dolore familiare ritorna con piena forza. Mi sdraio sul divano in preda ai dolori ma questo peggiora. La mia amica mi porta alla clinica vicina. Ancora una volta, non sanno cosa mi stia succedendo e mi mandano in farmacia a prendere degli anti-dolorifici. Mentre entro in macchina, il dolore misteriosamente e improvvisamente si arresta. Gli anti-dolorifici non sono disponibili in farmacia e così vado a casa.
Una situazione terribile
Un anno dopo, a causa di un terribile incidente d’auto – quasi fatale - ho dovuto trascorrere oltre sei settimane in ospedale. Un giorno, dopo colazione vado con la mia sedia a rotelle verso la sala di fisioterapia. La sessione inizia e improvvisamente, o noooo, eccolo ancora, quel dolore agghiacciante. Nel giro di alcuni minuti sono avvolta da dolori intensi e angoscianti. Non sono sicura di riuscire a raggiungere il mio letto da sola ma sono determinata e ci riesco. Trovo anche la forza di entrare fisicamente nel mio letto mentre sto subendo questo dolore insopportabile. Dopo quello che sembra un’eternità riesco ad entrare nel mio letto. Arriva il tecnico dell’ EEG – vogliono assicurarsi che il mio cuore sia a posto.
L’ecografia chiarisce la situazione
Il mio cuore è a posto. La domanda rimane comunque, perché continuo ad avere questi attacchi? Il dottore che si occupa di me suggerisce di fare un’ecografia e la mattina seguente un assistente preleva del sangue per ulteriori analisi. Una volta ricevuto il risultato delle analisi, il dottore mi visita dicendomi: "Cara", abbiamo la certezza al 90% che soffri di calcoli biliari e l’unico modo per toglierli, secondo me, è una colecistectomia. Non funzionerà nient’ altro".
Considerando l’estensione delle mie ferite e cicatrici, un'altra operazione è l’ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento.
Una possibile soluzione non chirurgica
Ted, il mio chiropratico viene a trovarmi in ospedale poco dopo aver ricevuto la diagnosi e mi assicura che esistono metodi naturali disponibili per eliminare i calcoli. Mi incoraggia e mi dà una copia del procedimento di pulizie che speranzosamente dovrebbe migliorare la situazione. Spero che lui abbia ragione. Comunque aspetterò a provare questa cura solo dopo aver lasciato l’ospedale, visto che necessito ancora di aiuto per andare in bagno. Rimango un mese e mezzo in ospedale.
Un intervento chirurgico altamente raccomandato
Nel frattempo gli attacchi si presentano con regolarità sempre più frequente. Durano un’ora o più e il dolore è cosi forte che mi sdraio premendo il mio pollice a metà torace cercando di ottenere qualche sollievo da questo tormento. Come sempre il dolore sparisce con la rapidità con cui si era presentato.
Un venerdì notte, alcuni giorni dopo la diagnosi dei calcoli, un chirurgo mi visita e mi spiega i due tipi di operazioni che si possono fare, i rischi coinvolti e mi incoraggia vivamente a farla al più presto. Poi mi informa che è un chirurgo molto impegnato ma, fortunatamente per me, si era liberato un posto e poteva operarmi quello stesso fine settimana. Gli spiego che tutti i miei fratelli hanno rimosso la cistifellea e che comunque non stanno molto meglio di prima. Infatti hanno disturbi regolari e dolori occasionali.
Non convinta
Decido che non sono convinta che questo sia il trattamento giusto per il mio caso
e informo il chirurgo della mia necessità di voler fare ulteriori ricerche prima di prendere una decisione. Ne avevo passate troppe per voler seguire le sue raccomandazioni senza metterle in discussione. Il chirurgo lascia la mia stanza e subito dopo entra l’infermiera con in mano il documento del consenso approvato aspettandosi una mia firma che autorizzava l’operazione. Le faccio sapere che un’operazione è l’ultima decisione che prenderei dopo aver valutato ogni altra possibilità.
Il foglio con le procedure delle varie pulizie che il mio chiropratico mi aveva lasciato, mi instilla alcune speranze e prometto a me stessa che non appena avrei lasciato l’ospedale avrei fatto il trattamento. Spero di poter continuare in questa situazione almeno ancora per un po’. Nel frattempo le crisi di litiasi si fanno più regolari, una volta alla settimana: inizio a disperarmi.
Un tentativo di espulsione mal riuscito
Dopo tre lunghi mesi in ospedale, finalmente posso uscire. Comunque mi trovo ancora in una sedia a rotelle e faccio uso delle stampelle e un "walker" per gli spostamenti in casa. Un giorno decido di fare la pulizia senza alcun successo. Mi rendo conto che fortunatamente avevo evitato un caso d’emergenza perché se i calcoli si fossero bloccati nei dotti biliari, non sarebbero esistite altre opzioni se non rimuovere la cistifellea.
Scopro la causa principale degli attacchi
Gli attacchi si presentano sempre più frequentemente e più forti. Non mi sono ancora resa conto che alcuni cibi che sto mangiando stanno contribuendo alla mia afflizione. Sono disperata perché i dolori sono quasi insopportabili, peggiori di quelli di parto, e gli attacchi durano sempre più a lungo. Una volta visitando amici a Vancouver, dopo una colazione all’americana, ho avuto un attacco della durata di ben 4 ore – la mia crisi più lunga. Era insopportabile. Cosa avrei dovuto fare? Per fortuna, ad un certo punto, mi rendo conto che alcuni cibi sono responsabili degli attacchi. Imparo che posso controllare questi attacchi essendo estremamente vigilante su ciò che metto in bocca.
I grassi e gli oli sono i miei nemici più grandi, specialmente il burro, al quale rinuncio. Scopro attraverso varie prove e sbagli che se mangio qualcosa che dà inizio ad un attacco, con un po’ di sforzo posso rimettere. Questo mi dà un sollievo immediato. Durante quell’anno, diligentemente provo alcuni rimedi omeopatici, erbe naturali e altri metodi che avevo trovato su Internet. Alcuni di questi rimedi mi danno un po’ di sollievo ma non per molto tempo. Non posso fare affidamento su un prodotto unico per togliere il dolore e questo è molto frustrante. Vado a fare un’ecografia e scopro che due calcoli sono incredibilmente grandi, uno di 2.0 e l’altro di 2.2 cm. Gli studi fatti dicono che si possono espellere con una certa sicurezza solo calcoli lunghi fino ad 1 cm facendo la pulizia del fegato. Quelli che ho io sono molto più grandi e secondo gli esperti in materia non è possibile espellerli.
Gli attacchi aumentano
Circa due anni dopo, nella primavera del 2007, gli attacchi di colelitiasi non erano diminuiti e ora dell’estate erano arrivati ad un punto culminante. Alcune volte avevo avuto perfino 3 attacchi alla settimana. Stavo facendo molta attenzione a quello che mangiavo, ma questo non garantiva una liberazione dagli attacchi. Capita che un giorno mangio un dato cibo e non ho problemi e il giorno seguente lo stesso cibo mi causa una crisi! Il mio corpo sembra essere molto sensibile e soggetto sempre più ad attacchi. Una volta, incredibilmente, solo una caramella al burro ha scatenato un attacco.
L’unico beneficio fin a quel momento, grazie al nutrimento limitato che mi obbligo a prendere, è la perdita di un po’ di chili. Ma mi trovo a canterellare durante una crisi.. canto "Ho ancora la gioia nonostante tutto quello che sto passando, ho ancora la gioia". Il cantare non aiuta a rimuovere il dolore ma comunque aiuta il mio spirito.
In cerca di un sostegno alternativo
Mentre continuo la mia ricerca, riscopro un’autrice che conosceva già da dieci anni. Il suo nome è Hulda Clark, aveva scritto un libro fantastico intitolato: "La cura di tutte le malattie". Il suo libro, riporta una ricetta dettagliata per espellere i calcoli dal fegato e dalla cistifellea. Normalmente sarei stata molto felice e speranzosa nel leggere queste informazioni. Ma visto che le varie ecografie riportano che i miei due calcoli ora misurano 2.2cm a 2.6 cm, mi sento scoraggiata. Tutto quello che avevo cercato di fare da sola non aveva contribuito a raggiungere il mio traguardo, e cioè a ridurre la grandezza dei calcoli per poi espellerli. Nonostante tutto ciò sono lo stesso determinata a rinunciare al "taglio" dell’operazione.
Decido che ho bisogno di un sostegno professionale dalla medicina tradizionale cinese. Visto che gli approcci convenzionali/alternativi finora considerati non avevano apportato molto beneficio, mi avvicino all’approccio orientale. Il dottore di medicina cinese conferma il fatto che solo i calcoli della grandezza di meno di 1 cm possono essere eliminati senza mettere a repentaglio la salute usando metodi d’espulsione; misure più grandi potrebbero bloccare i dotti biliari e in quel caso la chirurgia sarebbe l’unica soluzione. Mi sento molto spaventata.
Contro probabilità negative
Il dolore, comunque, si intensifica al punto che devo assolutamente fare qualcosa! Non posso continuare a vivere in questo modo. Continuo a pregare per trovare una soluzione. Ci dev’essere una soluzione, caro Dio, ci dev’essere. Nel frattempo vado a fare un’ulteriore ecografia e il tecnico mi prende in giro. Mi dice che sto perdendo il mio tempo cercando di espellere i calcoli con metodi naturali. Mi dice che nessuno di sua conoscenza è riuscito a fare una cosa simile. Ora sono più convinta che mai a fargli vedere che si sbaglia. C’è una forza molto risoluta dentro di me che mi dice che ci dev’essere una soluzione per risolvere la situazione una volta per tutte. Tengo questo pensiero fermo nella mente e sono ancora speranzosa anche se le probabilità di riuscita sembrano poche.
La risposta alle mie preghiere
Un amico mi suggerisce il nome di una terapista e così prendo un appuntamento da lei. Durante la mia prima consultazione le faccio presente che la mia più grande preoccupazione in quel momento erano i calcoli. Mi dice che sua figlia aveva fatto il protocollo della Dr.ssa Hulda Clark con molto successo. Mi fa vedere una foto dei calcoli espulsi di sua figlia e mi accorgo che è riuscita ad espellere un calcolo grande come il mio. Apparentemente, l’ingrediente chiave del suo successo sono i Sali di Epsom che dilatano i dotti biliari e facilitano cosi il passaggio dei calcoli di qualsiasi grandezza. Sono cosi impressionata da quello che vedo con i miei occhi, che inizio a raccogliere il mio coraggio per fare la pulizia del fegato. Ora ho la prova che avevo bisogno per continuare. Sono ancora molta nervosa, visto che c’è ancora molta paura e scetticismo nella mia mente sull’esito finale ma ci proverò ….
L’inizio della fine
Fisso una data per iniziare a fare il protocollo Clark e inizio a disintossicare il mio corpo con l’antiparassitario e la pulizia dei reni. Questa pulizia iniziale è raccomandata dal protocollo Hulda Clark in modo da ottenere un esito migliore. Come ci si può immaginare, visto che voglio ottenere un ottimo esito, seguo il protocollo alla lettera. Fisso la data per la pulizia del fegato che aprirà la via per espellere i calcoli. E’ ora di eliminarli.
Fisso la pulizia del fegato per domenica marzo 2, 2008. Il mio partner che rimane a casa per i prossimi giorni, sarà il mio sostegno se per caso le cose non dovessero andare per il meglio. La premessa basilare per una pulizia del fegato, è l’uso dei sali amari sciolti in acqua e ingerito durante l’arco di circa 15 ore. In queste 15 ore ingerirò anche una tazza di olio d’oliva mischiato con mezza tazza di succo di pompelmo fresco. Viene raccomandato l’uso di una cannuccia per aiutare la "medicina" a scendere. Sono pronta per il prossimo passo! Seguo la ricetta per le prossime 4 ore e poi mi sdraio immediatamente sul letto secondo le istruzioni. Devo sdraiarmi per 20 minuti. Mi sdraio invece per un’ora e mezza e sento movimenti, come un leggero brontolio nella pancia. E’ musica per le mie orecchie. Ho anche dei crampi allo stomaco ma sono sopportabili.
L’espulsioni dei calcoli
Riesco ad addormentarmi e mi sveglio la mattina molto speranzosa, ma ancora leggermente scettica vista la grandezza dei miei calcoli. Alle ore 06:00 prendo un’altra dose di sali amari.. Ummmmhh!! e ritorno a letto. Alle ore 08:00 sto correndo in bagno e con mia sorpresa c’è un enorme quantità di calcoli che galleggiano sopra l’acqua. La maggioranza sono fatti di colesterolo, galleggiano e così sono visibili. Mi sento molto fiera, li raccolgo, li metto su un piatto e prendo una riga per misurarli. Ancora non mi sembra vero ma sto guardando il calcoli più grande espulso e quando lo misuro , è di 2.6 cm, proprio quello che si vedeva nell’ecografia. Non solo sono riuscita ad espellere dei calcoli ma sono riuscita ad espellere "il re dei calcoli". Provo un grande sollievo. In totale ci sono più o meno 40 grandi calcoli. Mesi fa sognavo di espellere i calcoli ed ora è diventato realtà. Alleluia! Sono finalmente libera!
L’espulsioni dei calcoli – numero 2!!
Ripeto la pulizia del fegato il 17 marzo, 2008 e straordinariamente, vengono espulsi più calcoli della la prima volta. Sono stracontenta.
Secondo la Dr.ssa Hulda Clark dovrei ripetere la pulizia del fegato varie volte fino all’espulsione di circa 2’000 calcoli – incredibile! Vengo a conoscenza del fatto che il fegato li produce e li deposita e anche se sono riuscita a svuotare la mia cistifellea di calcoli, apparentemente ce ne sono molti di più che aspettano pazientemente nel fegato di essere eliminati. Visto che sono geneticamente predisposta alla formazione di calcoli, dovrò ripetere questa procedura una o due volta l’anno. Ne vale la pena!
Visita dal medico
Ho un appuntamento dal medico il 18 marzo alle ore 10:00. Vado nel suo studio per un consulto pre-operatorio dovuto all’incidente che avevo subito. Sono passati tre anni e mezzo dall’incidente subito. Decido di chiedere un'altra ecografia. Visto che l’ultima ecografia era del mese di febbraio, prontamente mi dice: "sembrerebbe che quello che sta prendendo oralmente per togliere i calcoli non stia funzionando". Sento dello scetticismo nella sua voce e che vuole rifiutare la mia richiesta. La guardo e con un grande sorriso le dico che sono riuscita ad eliminare i calcoli tramite una pulizia del fegato. Rapidamente prendo le foto dal mio portafoglio e gliele faccio vedere con fierezza. Inizialmente è perplessa ma poi si riprende. Condivido con lei alcuni dettagli di questa procedura e lei commenta dicendo che le sembra molto facile mettere in pratica e ottenere questi risultati. Non fa altri commenti e procede all’ordine di un’altra ecografia.
Vittoria dolce
E’ il compleanno del mio partner e ci incontriamo con alcuni amici in un ristorante locale per celebrare. Per la prima volta dopo tanto tempo, ordino pasta con pollo al curry alla panna e alla fine un pezzo di torta. Mi gusto proprio la torta!!
Sono sollevata e felicissima del mio successo. Celebro il mio coraggio che è passato da grandi dolori e paure all’uscirne vittoriosa. Ho migliorato la qualità della mia vita e ora posso anche prendere il gelato con i miei bambini.
Voglio condividere il mio successo con il maggior numero di persone possibile in modo che nessuno debba passare attraverso il dolore che ho avuto per così tanti anni. La cosa migliore è che la mia cistifellea, che compie una funzione molto importante nel mio corpo, è ancora intatta. Grazie Dio, grazie con tutto il mio cuore.